Ilaria Tommasini
2018/19
“Non ti svegliare mai un giorno senza sapere cosa farai quel giorno.”
Chi sono?
Ciao! Sono Ilaria, studentessa a Padova in Scienze Psicologiche Cognitive e Psicobiologiche e attualmente rivesto il ruolo di attrice nella compagnia Teatrale Universitaria “Beolco Ruzzante”. Sono una ragazza socievole, spontanea e un po’ impulsiva. Amo la puntualità, ma –purtroppo- frequento solamente persone estremamente ritardatarie… questo dice molto sulla mia notevole tolleranza e pazienza. Invidio ed ammiro parecchio le persone ordinate, organizzate e precise. Io sono piuttosto caotica e ho un’idea di ordine tutta mia. Mi riferisco sia al classico ordine della cameretta sia al flusso di idee e pensieri, ma nonostante questo porto sempre a termine gli obiettivi prestabiliti. Non seguo la moda, non ne sono proprio capace! Mi vesto come capita e ritengo sprecate le ore passate davanti allo specchio prima di uscire di casa, non sarà meglio dormire quella mezz’oretta in più? Amo il cibo. Tutto il cibo. I pasti sono una speciale occasione di ritrovo, al ristorante preferisco i cenoni casalinghi e se nella stessa stanza si ritrovano nordici, pugliesi, siciliani, stranieri di ogni dove, la magia si compie. Oltre a banchettare mi piace cucinare, sia dolce sia salato, ma ciò che davvero mi viene bene è il tiramisù (provare per credere). Dipingo da quando avevo 3 anni, mi piace scrivere, recitare e ballare. Sono un’ex giocatrice di pallavolo, lo sport e la competizione fanno parte di me. La solitudine e la tristezza sono mie nemiche anche se a volte necessarie.
Perchè il teatro?
E’ una domanda piuttosto complessa. Il teatro è ciò che mi distacca completamente dalla vita “normale”. Nel palco, ma anche nella stanza da prove, entro in una dimensione completamente diversa, i malumori, i pensieri disturbanti si dissolvono e a prendere la scena sono il benessere e la pace mentale. La tensione prima di uno spettacolo mi piace, non ha nulla a che vedere con la tensione prima di un esame o di un colloquio di lavoro, è un sentimento nettamente discostante.
Mi piace dar vita a personaggi e a emozioni non mie, diventa una sfida con me stessa, l’emozione di rabbia e di tristezza (per esempio) nel quotidiano sono facilmente espresse, ma interpretarle diventa complesso e ancor più complesso renderle credibile all’occhio del pubblico, seppur facciano naturalmente parte di noi da sempre. Il teatro cattura e ingloba gli spettatori all’interno della dimensione dell’attore, così durante uno spettacolo tutti fanno parte della stessa scena, tutti diventano protagonisti della storia sperimentando lo stato d’animo e le sensazioni del personaggio rappresentato dall’artista. Ed è questo coinvolgimento mentale che crea una brillante armonia, rendendo il teatro bello, coinvolgente e stregato.
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